Motorola Razr si rompe dopo poco nel test dei 100.000 piegamenti
Chris Parker di Cnet, il famoso e prestigioso sito americano che si occupa di tecnologia, ha deciso di testare la solidità del meccanismo di chiusura del Motorola Razr, lo smartphone pieghevole che ha riportato in vita uno dei cellulari più apprezzati dell’era pre-iPhone.
Per il test è stato preso in prestito uno speciale macchinario chiamato FoldBot realizzato da SquareTrade, una azienda che offre garanzie assicurative per l’elettronica di consumo e elettrodomestici. Il FoldBot, che era stato utilizzato in precedenza per testare il Samsung Galaxy Fold, per l’occasione era stato “ottimizzato” per il meccanismo di chiusura del Razr.
Il test si è dimostrato disastroso per lo smartphone di Motorola. Dopo appena quattro ore e 27.000 piegamenti, Parker ha notato che qualcosa non andava, quindi ha interrotto l’esperimento ed ha provato a chiudere e ad aprire manualmente il Razr, riscontrando che la cerniera era diventata estremamente rigida e bisognava utilizzare non poca forza per chiudere il telefono (nel video in basso si vede chiaramente), così il test è stato interrotto.
È il caso di evidenziare alcune cose, la prima è che 27.000 piegamenti corrispondono ad aprire e chiudere il telefono 72 volte al giorno in un anno oppure 36 volte al dì per 24 mesi o 24 volte ogni giorno per tre anni.
La seconda, il robot ha utilizzato sempre la stessa forza e angolazione, mentre un utente eserciterà una forza sempre differente e da diverse angolazioni sollecitando in maniera diversa e forse più impegnativa la cerniera del Razr.
Infine, il Galaxy Fold aveva fatto decisamente meglio riuscendo ad arrivare a quasi 120.000 piegamenti.
Proprio in queste ore il Motorola Razr è in vendita in Italia in esclusiva da parte di TIM per €1.600 o in €49 per 30 mesi senza anticipo.
9 Commento
Non si può pretendere troppo da un telefono da €1600…
Però, se eviti di aprirlo….
Oppure si potrebbe tenerlo sempre aperto
Per Motorola sono “Razr amari…”
Non credo in questi test. C’è una bella differenza aprire e chiudere un telefono durante un uso quotidiano, a distanza magari anche di ore, e aprirlo invece di continuo, senza interruzioni, da un robot. Aprire e chiudere di continuo, senza interruzioni, provoca anche un surriscaldamento nell’asse della cerniera, cosa che invece non succederebbe nell’uso normale. Andassero a zappare. Non ho mai creduto a questi test. Anche le lampadine a Led sono garantite per circa diecimila ore (come fanno a stabilirlo?), poi si bruciano dopo 3/4 mesi. Il miglior test è questo: se ti piace il telefono, lo compri. Quando si guasta (se si guasta) uno lo fa riparare. E così uno campa più spensierato e senza stress.
Esatto. Stavo per scrivere la stessa cosa. Questi test applicano dei duty cycles molto più impegnativi del normale uso, come giustamente scrivi tu aprire consecutivamente migliaia di volte surriscalda la cerniera ed in generale tutta la zona circostante. Quindi tutte balle fare conto che 27.000 aperture sono x al giorno facendo semplicemente una divisione. Cosi come non è assolutamente corretto dire che la sollecitazione di un robot, che applica la forza sempre nella medesima maniera sia meno stressante rispetto ad un apertura sempre diversa, anzi è l’esatto opposto. Detto questo, i foldable sono ben lontani dall’essere maturi e sono anche perplesso sulla loro reale utilità.
Avete mai provato ad aprire un iPhone? secondo ma basta una sola volta per romperlo 😉
@ Tonino e Mauro: trovate ampia documentazione su Internet dell’esistenza di questi test che vengono effettuati dagli stessi produttori, e poi replicati anche da aziende specializzate come quella citata nell’articolo. Se andare all’IKEA, troverete un robot che apre e chiude ininterrottamente un cassetto di una cucina per dimostrane la solidità, ad esempio.
Per il Galaxy Fold, che come noto si è rotto appena 24 ore dopo che i giornalisti lo avevo ricevuto per scrivere la recensione, il problema fu proprio che il robot di Samsung effettuava il piegamento sempre nello stesso modo, anche di questo trovate ampia documentazione su Internet.
L’alternativa a questi test, è lasciare per 2-3 anni il dispositivo in mano ai tecnici per verificare nell’uso quotidiano la solidità, il che non è possibile per intuibili motivi.
I test a cui non credi sono uno standard industriale. Il surriscaldamento nell’asse della cerniera di un telefono avviene quando lo usi d’estate attaccato al parabrezza come navigatore, ad esempio.
Le lampadine a LED si fulminano perchè l’impianto elettrico è vecchio o perchè ci sono sblazi di corrente.
Se un dispositivo ha un difetto di progettazione, quando si rompe te ne possono dare anche un nuovo, ma si romprerà come il primo. La vicenda del Samsung Note 7 che esplodeva e del Galaxy Fold lo dimostrano, li hanno entrambi ritirati dal mercato (il Fold è stato riprogettato).